Come avere una pagina “chi siamo” perfetta

Ogni singola pagina di un sito web dà agli utenti la possibilità di conoscere una compagnia. Anche le pagine più mondane offrono questa opportunità: dalle pagine dell’unsubscribe, alle pagine dei contatti, etc – l’importante è sapere come sfruttarle al meglio.
La pagina “chi siamo” è estremamente importante, poiché funge da biglietto da visita. Questi tipi di pagine narrano la storia dell’azienda, elencano i valori, ma spesso sembrano fini a se stesse. In verità ci sono dei trucchi per renderle efficaci e per creare qualcosa che attiri immediatamente l’attenzione del lettore, senza apparire così banalmente noiose. Una perfetta pagina “chi siamo” dovrebbe avere determinate caratteristiche: in questo articolo ne verranno definite alcune.

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Come avere una perfetta pagina “chi siamo”

Il primo trucco è quello di osservarne alcune e prendere ispirazione da esse: ciò non vuol dire copiare clamorosamente, attenzione. Prendere spunto è un concetto un po’ diverso: cosa può andar bene per l’azienda che si pubblicizza? Bisogna tenere in conto diversi fattori, per questo motivo copiare sarà controproducente (e scorretto, per una questione di etica!).

L’importanza delle grafiche e delle immagini

L’importanza che hanno le immagini e la grafica in generale spesso sfugge. Dato che l’attenzione di un cliente si attrae soprattutto con le immagini e grafiche generali, è necessario capire un concetto fondamentale di base: le immagini devono avere un’ottima risoluzione per non risultare fasulle e poco professionali. Detto ciò, un’immagine, un video, un’infografica o una gif deve poter coinvolgere l’utente ed è necessario che questa venga utilizzata in modo appropriato, per far in modo che il cliente rimanga su una pagina per diverso tempo e per non opprimere il cliente.

La storia dell’azienda

La maggior parte delle volte che si clicca su una pagina chiamata “chi siamo”, lo si fa per leggere cos’ha da offrire una determinata compagnia. Ciononostante, fa piacere leggere anche un minimo di background di un’azienda: il cliente deve avere percepire fiducia prima di convertire, e uno dei modi per trasmetterla è raccontando come, quando e dov’è nata un’azienda. Come sempre, vale la regola del ‘chiaro e conciso’. Il lettore non deve essere annoiato e la storia dell’azienda non deve essere l’argomento principale della pagina. Per rendere la lettura più fluente e coinvolgente, è consigliabile separare in piccoli capitoli il testo, inserendo un titolo per ognuno di loro a seconda di ciò che raccontano.

Parlare dei valori di un’azienda

I valori di un’azienda meritano un paragrafo a parte, poiché sono una parte fondamentale della compagnia. Per questo motivo, ha senso inserirli nella pagina “chi siamo”, in modo che possano essere disponibili per quegli utenti che vogliono scoprire quali sono, ma attenzione a riservare a questi valori un paragrafo a sé stante!
Per rendere interessante la lettura, è bene che i valori vengano espressi agli utenti in modo semplice, chiaro e conciso, ma che vengano comunque descritti in modo che le persone possano credere a ciò che leggono e che decidano quindi di relazionarsi all’azienda.

Includere i widget dei social network e le informazioni di contatto

I social network sono ormai utilizzati dalla maggior parte della popolazione mondiale e ovviamente nessuno può più permettersi di trascurarli, in quanto ne risentirebbe sia la credibilità che la professionalità dell’azienda. Dunque, includere i link delle proprie pagine social dimostra agli utenti che la compagnia è facilmente raggiungibile, aperta al dialogo e umana. Inoltre, i social network rendono più semplice la rintracciabilità dell’azienda, che aggiorna i suoi followers periodicamente.
Un altro dettaglio da non dimenticare: le informazioni di contatto. Se un cliente ha bisogno di maggiori delucidazioni o decide di mettersi in contatto via mail deve poterlo fare, e l’aziend deve poter sembrare trasparente! Quindi, se alla pagina “chi siamo” mancano le informazioni di contatto, è bene aggiungerle immediatamente.

Extra: mostrare i collaboratori

Molte aziende includono le foto e i ruoli del team nella pagina “chi siamo”, mentre alcuni preferiscono riservare una pagina proprio per questo. Mostrare chi collabora con l’azienda è un plus, ma aumenta la credibilità dell’azienda per questo, è consigliabile riservare una sezione a questi dettagli. Un’ottima idea sarebbe anche includere l’indirizzo mail di ogni collaboratore, per rendere il rapporto utente – azienda più interattivo; in questo modo i clienti avranno la possibilità di conoscere il team di esperti che si prenderà cura di loro!

Conclusione

Come scrivere una buona pagina “chi siamo” dipende chiaramente dal tipo di compagnia, da cosa si offre e dal pubblico: se si ha un pubblico analitico, è chiaro che una pagina più formale sarà più appropriata. Se, invece, il pubblico è più creativo, l’ideale è accogliere gli utenti con delle immagini o video.
Insomma, sta all’azienda decidere cosa inserire nella propria pagina, e non è necessario che si debbano presentare tutte le peculiarità elencate in questo articolo: ognuno personalizzerà la propria pagina come meglio crede.
Le caratteristiche della pagina “chi siamo” perfetta sono state delineate, ma ciò che è più importante è la personalizzazione, che farà in modo di catturare gli utenti anche a lungo termine.

Perché la SEO è sempre necessaria?

È noto a tutti gli specialisti di marketing e ai proprietari delle imprese che la SEO sia un fattore determinante per condurre il traffico web, ed è anche noto che se un sito (e insieme, il suo contenuto) non è propriamente ottimizzato sia per desktop che per i dispositivi mobili si avranno grandissime difficoltà ad attrarre gli utenti al proprio sito.
Ci si può chiedere: la SEO è sempre la risposta per condurre le ricerche e la direzione degli utenti che digitano una parola chiave ben precisa? Questo articolo tratterà proprio di questo, elencando sette motivi per cui la SEO è comunque la risposta a questa domanda.

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  1. L’ottimizzazione non verte solo sull’avere posizioni migliori, ma anche sul migliorare l’esperienza dell’utente
    Senza dubbi l’esperienza dell’utente è un fattore rilevante, in merito all’ottimizzazione. Ciò che i motori di ricerca si aspettano sono design mobile friendly, buoni segnali dagli utenti (ad esempio il ritorno sugli stessi siti, un basso tasso di rimbalzo, etc.) e una buona integrazione di media, come foto e video. Tutti questi elementi sono tutti importanti per far in modo che il cliente abbia un’ottima esperienza sul sito. In altre parole, ottimizzare per la SEO significa automaticamente ottimizzare anche per gli utenti, così che possano diventare fedeli ad un brand.
  2. Avere delle buone posizioni nelle ricerche locali porta direttamente alla crescita di visite e conversioni
    Se l’azienda che si gestisce è locale, una delle mosse migliori è certamente ottimizzare per le ricerche localizzate: infatti, sempre più utenti utilizzano la ricerca locale per identificare le aziende e i servizi del posto, per trovare gli orari, le location
    Stando a Google, il 50% dei consumatori che effettuano ricerche locali su un dispositivo mobile, si reca al luogo ricercato nel giorno stesso. Queste visite portano anche ad un incremento del 18% delle vendite!
  3. La SEO è una delle strategie più efficaci del marketing
    Per vedere quanto efficace sia qualcosa, a volte la cosa migliore è andare dritti alla fonte. Secondo questo sondaggio, il 66% di chi usa la SEO e la SEM come parte della propria strategia di marketing la ritiene ‘efficace’ o ‘molto efficace’, mentre soltanto il 7% ha ammesso che gli sforzi della SEO non sono stati soddisfacenti. In proporzione, si può dire che la SEO è uno strumento molto d’aiuto!
  4. La SEO aumenta la credibilità del brand
    Ottenere delle buone posizioni nei risultati di ricerca dimostra agli esperti di marketing che si è importanti nel proprio settore. Al contrario, posizionarsi nella seconda o nella terza pagina può potrebbe destare diversi pensieri: che magari si sia una nuova azienda, che non si sia molto conosciuti o che non s abbia abbastanza budget (e quindi vendite) per provvedere a una campagna SEO di miglioramento per le posizioni.
  5. La SEO può essere una strategia meno partecipativa rispetto ad altre tecniche inbound
    I social network e l’e-mail marketing sono entrambi canali molto efficaci per generare conversioni, ma entrambi richiedono continui sforzi e dedizione. Per rimanere la priorità per i clienti, bisogna continuamente proporre nuovi contenuti per accrescere il numero di followers. In ogni caso, anche quando la pagina SEO è ottimizzata non ci si deve fermare e pensare che gli sforzi siano finiti. Certamente dipende da certi fattori come la competizione per una determinata parola chiave, la qualità del contenuto di una pagine tra le tante. Ma in generale, quando si ottimizza per la SEO, non tutto il lavoro è svolto, solo una parte.
  1. Essere nella seconda o terza pagina dei risultati significa non aver visibilità nelle ricerche Alcuni imprenditori si astengono da alcuni sforzi SEO perché pensano che essere nei risultati di ricerca (in qualsiasi posizione) sia abbastanza. Una ricerca ha determinato che il 71,33% dei click invece vengono fatti nella prima pagina dei risultati di ricerca. Ottimizzare un sito e il suo contenuto sono la chiave per raggiungere i miglior risultati.
  2. La maggior parte degli utenti cerca i prodotti online prima di acquistarli in negozio
    L’81% degli utenti cerca e compara i prodotti prima di acquistarli localmente. Altre ricerche, invece, innalzano questa percentuale a 94%. Mirare alle posizioni delle prime pagine è importante se si vuole che i propri prodotti vengano notati e cercati dagli utenti.

Per queste diverse ragioni la SEO è ancora importante e lo sarà sempre, stando ai passi con i tempi e anticipando i bisogni degli utenti sul web.

Content marketing: come valorizzare i contenuti?

Il content marketing è un mercato sempre più in crescita: negli ultimi anni ci sono stati dei picchi di impiego in questa mansione e sempre più specialisti si sono dedicati alla creazione di contenuti.
Infatti, secondo le statistiche, la stragrande maggioranza dei professionisti del marketing pianificano di produrre più contenuto rispetto a quest’anno e soltanto il 2% conta di pubblicarne meno. Essendo in arrivo quindi maggior competizione sarà necessario saper contraddistinguere il proprio contenuto, rendendo quindi l’argomento meritevole d’esser letto e che valga la pena di esser discusso. Non si parla soltanto di creare contenuto, ma di come saperlo vendere, di come saper ispirare le persone ad apprezzarlo, condividerlo, linkarlo e così via.

Ci sono dei consigli di cui si può prender nota per valorizzare il proprio contenuto. È importante che il contenuto sia:

  1. Chiaro
  2. Conciso
  3. Coerente
  4. Corretto

Uno dei metodi migliori per valutare il proprio contenuto è distaccarsene per un’ora dopo aver steso la bozza: questo permetterà di avere un occhio più critico quando si rileggerà la bozza e farà essere in grado di migliorare il contenuto.

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1 – Chiarezza

Ci sono due tipi di chiarezze che renderanno il contenuto più facile da leggere. Il primo è di tipo strutturale: bisogna assicurarsi che il pezzo abbia una linea coerente che spinga il lettore a continuare di paragrafo in paragrafo. È necessario che la struttura sia solida ma semplice anche  da seguire, per un lettore.
Il secondo tipo è la chiarezza delle parole che si utilizzano. Utilizzare linguaggio di un certo livello non è sempre sinonimo di intellettualità: se un testo risulta macchinoso da seguire, seppur scritto con un linguaggio aulico, il lettore non andrà molto avanti con la lettura.
In fin dei conti le cose che vogliono i lettori sono due: discorsi chiari e semplici da leggere ed assimilare, ed è quindi più importante valorizzare le idee più che le parole.

2 – Concisione 

La concisione è spesso sottovalutata, quando si parla di contenuti. Non sempre un articolo lungo è sinonimo di articolo di qualità. Non è necessario prolungare una frase più del dovuto unicamente per aumentare la lunghezza del contenuto. Un testo dispersivo non catturerà l’attenzione del lettore; al contrario, lo farà concentrare su qualcos’altro. In fondo, non si viene pagati “a parola”, quindi perché annoiare il lettore con delle frasi riempitive?

3 – Coerenza

La bozza avrà senso ad un livello base, finché non ci si perde via in frasi complicate. Quando si dice “rivedere”, si intende in realtà ottimizzare il proprio lavoro affinché il pubblico lo possa leggere in modo scorrevole. E ci sono alcuni trucchi per farlo, ad esempio:

  1. Accorciare i periodi troppo lunghi, perché distolgono l’attenzione che il lettore presta al concetto della frase. Considerare anche delle semi-colonne, così da rendere più sistematica la lettura; utilizzare trattini lunghi, per gli incisi. Insomma, la formattazione e la punteggiatura giocano un fattore fondamentale nella lettura dei pezzi.
  2. Separare i paragrafi: i paragrafi troppo lunghi non invogliano il lettore a proseguire la lettura, perché potrebbero indicare dei discorsi complessi e infiniti. Separando i paragrafi si dà la percezione al lettore di seguire una linea ben precisa, semplice da seguire e coerente.
  3. Utilizzare i titoletti semplifica sia visivamente che concettualmente il testo. Grazie ad essi, il lettore avrà una percezione diversa del testo che seppur lungo apparirà ordinato e semplice da scorrere.

 

4 – Correttezza

Ora che il contenuto è chiaro, conciso e coerente, serve soltanto un ultimo fattore a valorizzare il proprio contenuto: la grammatica, l’uso e lo stile corretti. E non è uno step di cui si può fare a meno: pubblicare un articolo con un errore grammaticale sarebbe molto imbarazzante.
Ancora una volta, è meglio distogliere l’attenzione da ciò che si scrive per qualche minuto, così da non permettere al cervello di giocare qualche strano scherzo – e di non far accorgere di qualche potenziale errore. È meglio leggere dall’inizio alla fine, una frase alla volta. In questo modo ci si potrà focalizzare sulle diverse parole e sulla struttura delle frasi.

Conclusione

Il buon contenuto inizia con una solida strategia per assicurarsi che l’argomento riguardi il pubblico. Ma trasformare il contenuto da “buono” a “ottimo” basta seguire i consigli di questo articolo: chiarezza, concisione, coerenza e correttezza daranno i loro frutti.

Conversioni: i fattori per cui gli utenti si allontanano da un sito web

Perché il sito ottiene poche conversioni? Cosa irrita davvero gli utenti? Ecco sei motivi per cui i visitatori lasciano un sito web

Inconsciamente, la maggior parte degli utenti che atterrano su un sito si chiedono “resto o me ne vado?”
Questo perché il tempo a disposizione per catturare l’attenzione di un utente è breve, e se un visitatore arriva a chiedersi questa domanda è perché c’è qualcosa nel sito che non funziona. Ma cosa si può fare per catturare gli utenti senza che lascino il dominio?
La maggior parte dei visitatori è visibilmente annoiata, pertanto è importante che la si attragga con un design attento ai dettagli e una strategia di contenuti solida che eviti il fallimento.
Dunque, tra i tanti motivi che potrebbero dar noia ai visitatori di un sito web, se ne sono evidenziati sei principali. Ecco quali.

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  • Design Mobile  

Com’è stato detto e stradetto, ormai la maggior parte delle ricerche avviene su smartphone o tablet: va di conseguenza che, se un utente apre un sito e si ritrova un design assolutamente non navigabile (con le dimensioni non adatte allo schermo, se viene costretto ad ingrandire e rimpicciolire continuamente le dimensioni), tornerà sui risultati di ricerca in tempo zero e cercherà di trovare la risposta di cui ha bisogno in un’altra fonte. Quindi è bene ricordarsi che un design responsive non è più un optional.

  • Articolo click-bait

Gli articoli chiamati click-bait, ovvero quegli articoli che depistano, che magari sembrano ingannevoli, creati soltanto con l’intento di ricevere un click, sono un altro fattore che urta l’utente. Gli sforzi focalizzati esclusivamente nel guadagnare il maggior numero di visite possibili finiscono per disturbare gli utenti e non otterranno né tassi di rimbalzo, né molte condivisioni sui social. Al contrario, procurare articoli rilevanti e keyword-friendly, darà i suoi naturali frutti.

  • Pop-up

Tra i fattori più disturbanti in assoluto per gli utenti vi sono i pop-up a comparsa. Quando l’home page di un sito accoglie un visitatore con un pop-up, è facile che questo clicchi la ‘x’ per chiudere l’intera scheda, uscendo quindi anche dal sito web. Eppure ci sono delle alternative. Quando si pensa alle call-to-action, la cosa migliore è pensare come se si fosse la persona che si cerca di catturare, non come un’azienda. I sign up ad inizio pagina, sono una soluzione: sono meno disturbanti ed ugualmente efficaci. Magari un bottone che reciti ‘iscriviti alla newsletter’.
Se si considerano le pubblicità pop-up, è meglio pensare bene al design: una ‘x’ che consenta di chiudere la pubblicità è intuitivo, mentre un ‘non ora’ può risultare spammoso.

  • Contenuto confuso

Sebbene il traffico possa essere la motivazione, ciò che deve avere la priorità è il contenuto rilevante. Offrire contenuto confuso o scadente screditerà molto un sito. Gli articoli troppo lunghi e confusionari non saranno d’aiuto a quegli utenti che cercano esattamente delle spiegazioni concise: questo vale sia per i siti B2C che B2B, che si focalizzano più sul descrivere i prodotti e i servizi e spesso si perdono in descrizioni poco chiare e disordinate.

  • Caricamento lento

Molti utenti lasceranno il sito prima ancora che finisca di caricare: infatti, la velocità con il quale si caricano i contenuti è uno dei motivi principali per cui un visitatore lascia il sito in questione. Secondo le statistiche, il 40% delle persone abbandonano un sito che non carica entro tre secondi. Ma il peggio è che, in base alla velocità del sito, alcune visite non vengono nemmeno registrate da Google Analytics. E se un sito non risponde alle richieste del web, viene penalizzato da Google. Per questo motivo è meglio provvedere ad accelerare i tempi di caricamento!

  • Immagini a bassa risoluzione

Gli standard di tecnologia e creatività visuale sono cresciuti, nell’immaginario degli utenti. Le immagini a bassa risoluzione e le foto che sembrano fasulle, sgranate e che sembrano ingannevoli gravano sulla professionalità dell’azienda e del sito. Per questo motivo è importante investire in talenti e strumenti che creino delle immagini personalizzate e professionali, proprio per non danneggiare l’immagine dell’impresa.

C’è una correlazione tra le ragioni per cui le persone lasciano un sito e gli impatti negativi della SEO. Tenere a mente ciò che un utente vuole e l’esperienza che otterrà dal sito è sempre un buon metodo per migliorare le proprie prestazioni, di fronte alle analisi e ai controlli di qualità del proprio sito. Migliorare per gli utenti, in fin dei conti, significa migliorare per sé stessi.

Cosa evitare nelle strategie di link building

Il link building è una pratica che spesso può risultare un boomerang: a volte può causare più danni piuttosto che creare vantaggi. Vi sono diverse strategie di link building, ma non tutte si rivelano di successo. Se ad esempio l’obiettivo è migliorare la propria posizione nei risultati di ricerca (a lungo termine), alcune tattiche molto popolari di link building vanno evitare. Questo post aiuterà proprio a comprendere quali prendere in considerazione e quali scartare, considerando i motivi.

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Quali sono i sistemi più rischiosi di link building?

Prima dell’arrivo di Google Penguin, il link building si basava soltanto sull’inserimento di più link possibili su pagine esterne, spesso anche comprando o commerciando link. Da quando Penguin ha definito questa strategia “rischiosa per la SEO”, questa pratica ha soltanto causato danni, essendo considerata puro spam.
Se dunque la strategia di link building che si ha in mente coinvolge in qualche modo lo spamming, è bene sapere che sarà considerata malsana da Google, che che quindi farà di tutto per penalizzare e bannare definitivamente il sito dai risultati di ricerca. Inoltre, l’inserimento di molti link potrebbe aiutare sì la scalata delle posizioni, ma certamente non per molto tempo.

Oltre allo spamming, ci sono altre tecniche di link building che sono molto diffuse nonostante siano ovviamente sconsigliate. Innanzitutto non si dovrebbero comprare grandi quantità di link, non si dovrebbe commentare su forum e blog unicamente per avere l’occasione di postare un link, non si dovrebbe fare guest-blogging con contenuti off topic. Ma non si dovrebbe nemmeno ottimizzare troppo l’anchor text, così come non si dovrebbero postare link su siti web non inerenti al campo di appartenenza e non si dovrebbero ottenere link da siti che non hanno un vero contenuto, né creare link di spam.

Vietato linkare tutto alla homepage

Una dei particolari che spesso sfugge durante il link building è linkare tutto alla homepage del sito. Questa non è una buona tecnica, perché se lo si farà sempre più spesso, i link risulteranno spammosi. Chiaramente ci sono situazioni in cui questo metodo è considerato opportuno, ad esempio se un sito o un blog sta parlando del proprio brand: in questo caso, il link diretto alla homepage del sito è appropriato.  Nel caso in cui invece qualcuno stia menzionando dei prodotti, piuttosto che dei servizi o, ad esempio,  stia parlando di una notizia riguardante la propria azienda, è meglio che si linki alla scheda del prodotto, alla pagina delle news o al blog del sito. Questo è il modo più naturale di linkare, e ci sono dei benefit nel far tutto ciò: linkare alle pagine specifiche di un sito porterà migliori conversioni al sito. Per questo bisogna lavorare sull’ottenere dei link che rimandino alle pagine dei prodotti o dei servizi, o in qualche modo alle pagine più importanti del sito.

Non pagare per ottenere link

Un’altra mossa piuttosto quotata ma dannosa per l’immagine di un’azienda è  pagare per ottenere link. Per quale motivo? Si tratta di una questione di credibilità, essenzialmente. Alcuni si staranno chiedendo: lo è anche se ci si vuole affidare ad una compagnia di alto livello nella propria nicchia?  La risposta è sì: così come questa compagnia vende un link ad un’azienda, potrebbe far lo stesso con altri brand. E sebbene non sia un solo link ad allarmare Google, nel caso il numero di vendite di link si alzi, il rischio di essere attaccati da Penguin (o comunque di esser penalizzati) cresce altrettanto.

Mai riciclare il proprio contenuto

Uno dei metodi più semplici per ottenere nuovi link è sicuramente scrivere articoli che riguardano la propria compagnia o i propri prodotti, cercando di pubblicizzarli inoltre su altri siti. Ciò a cui però bisogna prestare particolare attenzione è non pubblicare gli stessi contenuti su altri siti. Un articolo con qualche frase invertita e alcune parole alterate rimane comunque un contenuto duplicato, specialmente se si ripete questo giochetto per diverse volte, finendo quindi per duplicare sempre gli stessi contenuti. Rivisitare vecchi post non vuol dire crearne di nuovi: è un trucchetto che può risultare anch’esso un boomerang. È molto meglio scrivere degli articoli per il pubblico del sito a cui si manderanno i pezzi, e sì, sarà un lavoro faticoso, ma nessuno ha detto che il link building sia semplice.

Non dimenticare i social network

Se si sta facendo link building, è vitale non tralasciare i social, data la loro importanza; i social media devono assolutamente essere inclusi nella strategia di link building, sebbene  non sia ben chiaro quale entità dei link faccia bene alla propria posizione. Se si ricevono link da altri siti web tutto d’un tratto, sarebbe assolutamente strano se non si ricevessero alcuni link anche sa qualche social network. Quindi, insieme al provare ad ottenere di ricevere link da siti appropriati, è bene anche investire tempo nel cercare di ottenere condivisioni, tweet e like nelle piattaforme social!

Non fingere

La tattica del link building non deve sembrare naturale, ma essere naturale! È importante assicurarsi che il proprio link building non sia finto. I link dovranno esser postati perché all’utente del sito web potrebbe risultare utile. I link dovranno essere inerenti al contenuto della pagina su cui sono postati. La tattica di link building dovrebbe esser parte di una strategia di marketing rivolta al far conoscere il proprio brand e la propria compagnia, il proprio sito web e i propri prodotti. Non deve esser focalizzata sull’ottener più link possibili.

Conclusione

I link devono essere quindi utili agli utenti di un sito, ed un link dovrebbe essere lì perché significa qualcosa. Ci deve essere un motivo per cui quel determinato link possa essere inerente ad una pagina. Se quel link lo si inserisce semplicemente per Google e non riceverà alcun click, forse non  ha ragione  di essere lì.
I link sono creati per essere cliccati, perciò la strategia di link building deve girare intorno a questo: esser utile affinché qualcuno clicchi su questo determinato URL .