Dato che si è alla fine del 2015 e dato che è stato un anno pieno di eventi nel mondo della SEO, è appropriato e pratico riflettere su alcune tra le lezioni più importanti che si sono imparate quest’anno. Non ci sono stati cambiamenti più grandi di Panda e Penguin, ma non vuol dire che l’industria in sé non si a cambiata – siamo stati informati di nuove tecnologie, nuove strategie e nuovi trend che stanno iniziando a dar forma alla SEO (e che continueranno a farlo anche il prossimo anno).
Quando si analizzeranno i dati di quest’anno e quali cambiamenti effettuare nel 2016, occorre ricordarsi di queste cinque lezioni imparate durante l’ultimo anno.

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  1. Le ricerche vocali sono nate per rimanere. Quando Siri venne introdotto per la prima volta venne accolto più come una trovata o una stranezza, più che come uno strumento pratico e affidabile. Il riconoscimento vocale a lasciava un po’ a desiderare, non mostrando sempre i risultati aspettati. Dopo diversi anni, Siri è diventato abbastanza sofisticato da gestire più o meno tutte le ricerche vocali e, insieme a diversi concorrenti (inclusi Google Now e Microsoft Cortana), sono nati per solidificare il mercato.
    Conciliare la ricerca online e quella ideata per i dispositivi mobili in un solo pacchetto, risparmiando agli utenti il tempo di digitare o cercare i risultati, è solo una questione di tempo: arriverà presto il momento in cui le ricerche vocali verranno utilizzare da tutti. Di fatto le ricerche diventeranno sempre più conversative, gli algoritmi della ricerca investiranno sempre di più nella comprensione semantica e il traffico di ricerca mobile continuerà a prevaricare le ricerche via desktop.
  2. Google non sarà l’unico sotto i riflettori. Tra i fattori più influenzanti dei report degli scorsi anni c’era Google. Google era il campione indiscusso del mondo delle ricerche ed era quasi il solo responsabile per i nuovi strumenti apportati. E probabilmente gli occhi saranno ancora puntati su Google per via dei cambiamenti che verranno apportati ad inizio 2016, come accadde per Panda e Penguin. Però, a differenza degli anni passati, Google non è l’unico che avrà i riflettori puntati su di esso: infatti anche Bing, Yahoo, Apple e persino piattaforme come Facebook sanno lavorando per introdurre le proprie opzioni di ricerca per i consumatori.
  3. L’importanza del mobile è ancora in crescita. Il traffico delle ricerche mobile è cresciuto moltissimo nelle ultimi anni, ma quest’anno ha raggiunto un nuovo record: a maggio, Google ha annunciato il superamento delle ricerche desktop, ammettendo che il numero delle ricerche mobile fosse definitivamente maggiore in diversi stati. Sulla base di questo, ha rilasciato il tanto atteso “Mobilegeddon”, che teoricamente avrebbe penalizzato qualsiasi sito che non rispettasse i criteri mobile e premiato, invece, quelli che lo facessero. Ma i cambiamenti per il mobile non sono ancora terminati: infatti, gli strumenti e le impostazioni (come appunto la ricerca vocale, i layout user-friendly) sono ancora in fase di sviluppo e di crescita. Addirittura Google ha ammesso che avere una versione esclusivamente dedicata al “desktop” non è necessario, l’importante è che venga visualizzato correttamente sui dispositivi mobili. Inoltre, Google stesso sta rendendo le pagine dei risultati di ricerca più simili alle versioni mobile: non è quindi difficile capire quanto il mobile sia ancora in crescita esponenziale.
  4. I contenuti verranno indicizzati in modi diversi. I contenuti verranno indicizzati su nuove piattaforme e in diversi modi: Google ha firmato un accordo con Twitter (in primavera) per indicizzare la mole di tweet come contenuto da mostrare nelle ricerche rilevanti. Facebook sta offrendo Instant Articles a qualche copywriter selezionato. Il modo in cui si pubblica, consuma e accede ai contenuti sta iniziando a volgere verso l’accessibilità universale, che può essere un’opportunità enorme per gli strateghi emergenti.
  5. Gli aggiornamenti manuali potrebbero presto diventare una cosa del passato. Alla fine di ottobre, Google ha annunciato il rilascio di RankBrain, un algoritmo che lavora con Hummingbird per comprendere meglio i comportamenti degli utenti ambigui e le ricerche complicate per fornire risultati. Piuttosto che far affidamento sugli aggiornamenti manuali effettuati dai tecnici, RankBrain impara ad aggiornarsi automaticamente basandosi sui nuovi dati delle ricerche. Questo algoritmo potrebbe essere il futuro, trasformando gli aggiornamenti manuali in un processo del passato. Presumibilmente gli aggiornamenti vedranno la luce gradualmente ma periodicamente.

Una lezione base della SEO è che molte cose non rimangono stabili a lungo, e non importa quanto ci si sforzi a predire il futuro: Google, Bing e altri si impegneranno per mescolare le carte in tavola. Gli aggiornamenti manuali diventeranno obsoleti e la velocità e l’intensità di questi cambiamenti verrà ridotta. Per questo, se si vuole comunque essere sempre in prima linea, l’unico consiglio è rimanere all’erta!

Seo Specialist e Partner di SEOceros.