Perché il sito ottiene poche conversioni? Cosa irrita davvero gli utenti? Ecco sei motivi per cui i visitatori lasciano un sito web

Inconsciamente, la maggior parte degli utenti che atterrano su un sito si chiedono “resto o me ne vado?”
Questo perché il tempo a disposizione per catturare l’attenzione di un utente è breve, e se un visitatore arriva a chiedersi questa domanda è perché c’è qualcosa nel sito che non funziona. Ma cosa si può fare per catturare gli utenti senza che lascino il dominio?
La maggior parte dei visitatori è visibilmente annoiata, pertanto è importante che la si attragga con un design attento ai dettagli e una strategia di contenuti solida che eviti il fallimento.
Dunque, tra i tanti motivi che potrebbero dar noia ai visitatori di un sito web, se ne sono evidenziati sei principali. Ecco quali.

utente-pc-pericolo

  • Design Mobile  

Com’è stato detto e stradetto, ormai la maggior parte delle ricerche avviene su smartphone o tablet: va di conseguenza che, se un utente apre un sito e si ritrova un design assolutamente non navigabile (con le dimensioni non adatte allo schermo, se viene costretto ad ingrandire e rimpicciolire continuamente le dimensioni), tornerà sui risultati di ricerca in tempo zero e cercherà di trovare la risposta di cui ha bisogno in un’altra fonte. Quindi è bene ricordarsi che un design responsive non è più un optional.

  • Articolo click-bait

Gli articoli chiamati click-bait, ovvero quegli articoli che depistano, che magari sembrano ingannevoli, creati soltanto con l’intento di ricevere un click, sono un altro fattore che urta l’utente. Gli sforzi focalizzati esclusivamente nel guadagnare il maggior numero di visite possibili finiscono per disturbare gli utenti e non otterranno né tassi di rimbalzo, né molte condivisioni sui social. Al contrario, procurare articoli rilevanti e keyword-friendly, darà i suoi naturali frutti.

  • Pop-up

Tra i fattori più disturbanti in assoluto per gli utenti vi sono i pop-up a comparsa. Quando l’home page di un sito accoglie un visitatore con un pop-up, è facile che questo clicchi la ‘x’ per chiudere l’intera scheda, uscendo quindi anche dal sito web. Eppure ci sono delle alternative. Quando si pensa alle call-to-action, la cosa migliore è pensare come se si fosse la persona che si cerca di catturare, non come un’azienda. I sign up ad inizio pagina, sono una soluzione: sono meno disturbanti ed ugualmente efficaci. Magari un bottone che reciti ‘iscriviti alla newsletter’.
Se si considerano le pubblicità pop-up, è meglio pensare bene al design: una ‘x’ che consenta di chiudere la pubblicità è intuitivo, mentre un ‘non ora’ può risultare spammoso.

  • Contenuto confuso

Sebbene il traffico possa essere la motivazione, ciò che deve avere la priorità è il contenuto rilevante. Offrire contenuto confuso o scadente screditerà molto un sito. Gli articoli troppo lunghi e confusionari non saranno d’aiuto a quegli utenti che cercano esattamente delle spiegazioni concise: questo vale sia per i siti B2C che B2B, che si focalizzano più sul descrivere i prodotti e i servizi e spesso si perdono in descrizioni poco chiare e disordinate.

  • Caricamento lento

Molti utenti lasceranno il sito prima ancora che finisca di caricare: infatti, la velocità con il quale si caricano i contenuti è uno dei motivi principali per cui un visitatore lascia il sito in questione. Secondo le statistiche, il 40% delle persone abbandonano un sito che non carica entro tre secondi. Ma il peggio è che, in base alla velocità del sito, alcune visite non vengono nemmeno registrate da Google Analytics. E se un sito non risponde alle richieste del web, viene penalizzato da Google. Per questo motivo è meglio provvedere ad accelerare i tempi di caricamento!

  • Immagini a bassa risoluzione

Gli standard di tecnologia e creatività visuale sono cresciuti, nell’immaginario degli utenti. Le immagini a bassa risoluzione e le foto che sembrano fasulle, sgranate e che sembrano ingannevoli gravano sulla professionalità dell’azienda e del sito. Per questo motivo è importante investire in talenti e strumenti che creino delle immagini personalizzate e professionali, proprio per non danneggiare l’immagine dell’impresa.

C’è una correlazione tra le ragioni per cui le persone lasciano un sito e gli impatti negativi della SEO. Tenere a mente ciò che un utente vuole e l’esperienza che otterrà dal sito è sempre un buon metodo per migliorare le proprie prestazioni, di fronte alle analisi e ai controlli di qualità del proprio sito. Migliorare per gli utenti, in fin dei conti, significa migliorare per sé stessi.