L’avere successo può essere attribuito a diversi fattori: puro caso, duro lavoro e il prendersi dei rischi. Il puro caso è qualcosa che non si può né programmare, né prevedere; il duro lavoro richiede molto tempo e determinazione; ciò che resta è il potere del rischio.
Ogni imprenditore o aspirante tale affronta i rischi con tutte le conseguenze del caso: si può rischiare e avere successo come evitare di azzardare e avere il rimorso di non averci almeno provato.
Qualsiasi siano i rischi che si stanno considerando, ci sono diverse domande che ci si dovrebbe porre:
- L’ho voluto per tanto tempo?
Se la risposta è “sì”, forse non c’è nemmeno da pensarci. Che si rischi. Solo il fatto di aver desiderato a lungo questa cosa indica che forse la cosa più giusta sarebbe buttarsi in questa avventura. - Rimpiangerò il fatto di non aver colto l’occasione, un giorno?
Tra dieci, venti o trent’anni si rimpiangerà di non aver colto quell’occasione? Forse è la domanda più azzeccata che ci si debba porre, prima di prendere un rischio. Pensare soltanto a ciò che può andar storto non è un comportamento razionale; che si considerino anche i rischi dell’inazione. Forse il peggio che può capitare, è non cogliere l’occasione.
E quando si perde un’occasione, si sabota un potenziale successo. - Sono consapevole del fatto che potrebbe anche andare tutto storto?
Un’altra domanda importante da porsi è proprio questa. È essenziale considerare anche l’opzione che tutto possa andar storto nel lancio del prodotto, nell’acquisire una nuova compagnia, etc.
Molti imprenditori hanno incredibilmente fallito prima di avere successi enormi: ad esempio, Steve Jobs venne addirittura licenziato da Apple, prima di prenderne il controllo e guidarla al successo planetario; Peter Thiel, fondatore di PayPal e investitore di Facebook, una volta perse 7 miliardi. Secondo alcune ricerche, si tende a sopravvalutare la possibilità che qualcosa di brutto possa accadere, limitando l’abilità di prendere razionalmente delle decisioni, in questo caso in termini di rischio.
Un fallimento non è poi la fine del mondo se si può imparare da esso e se si riesce ad Inoltre, dopo un fallimento, è più facile che il tentativo seguente abbia successo. - I miei soci sono entusiasti di rischiare?
Un rischio aziendale coinvolge inevitabilmente cofondatori, investitori e altre figure interne: in molti casi, il capo o fondatore di un’azienda potrebbe essere l’unico ad essere entusiasta di cogliere un’occasione, ma è necessario che anche i partner di lavoro lo siano, per una maggior consapevolezza del rischio e delle conseguenze che questo potrebbe portare. - Il successo potenziale è più importante del mantenimento della condizione attuale?
Ma soprattutto: assicurarsi di vivere bene la scelta che si fa. Che si rischi soltanto se si crede che un potenziale successo sarebbe superiore alla situazione corrente; altrimenti, se non si è sicuri, che lo si consideri un esperimento. - Posso capire quando il rischio preso si trasforma lentamente in fallimento?
Molti imprenditori si rifiutano di considerare, tra le opzioni, il fallimento. Non esistono piani B, alternative o piani di uscita. Sebbene la determinazione sia da apprezzare, è immaturo e incosciente non considerare le conseguenze delle decisioni. E anche poco professionale.
Continuare ad investire in qualcosa che sembra non dare i propri frutti, è davvero un’idea saggia? Ma soprattutto, è davvero un fallimento? Considerando il risparmio di investimenti in qualcosa che sembrava non funzionare, forse non lo è.
Focalizzarsi sul successo è okay, ma nel caso.. Che si consideri anche un piano B.
Dunque, il punto di tutto ciò non è scoraggiare sul prendere rischi di fronte ad alcune invitanti occasioni: l’importante è non pensarci troppo su, altrimenti verranno continuamente in mente delle motivazioni per non prendersi un rischio, e la decisione non sarebbe del tutto razionale. L’importante è essere consapevoli.
In ogni caso, il provarci paga sempre: sia in termini di fallimento (insegnando quindi ad affrontare le difficoltà), sia in termini di successo.
Forse è ora di smettere di pensarci troppo.
Forse è ora di iniziare a cogliere le occasioni.