L’avere successo può essere attribuito a diversi fattori: puro caso, duro lavoro e il prendersi dei rischi. Il puro caso è qualcosa che non si può né programmare, né prevedere; il duro lavoro richiede molto tempo e determinazione; ciò che resta è il potere del rischio.
Ogni imprenditore o aspirante tale affronta i rischi con tutte le conseguenze del caso: si può rischiare e avere successo come evitare di azzardare e avere il rimorso di non averci almeno provato.

Qualsiasi siano i rischi che si stanno considerando, ci sono diverse domande che ci si dovrebbe porre:

  1. L’ho voluto per tanto tempo?
    Se la risposta è “sì”, forse non c’è nemmeno da pensarci. Che si rischi. Solo il fatto di aver desiderato a lungo questa cosa indica che forse la cosa più giusta sarebbe buttarsi in questa avventura.
  2. Rimpiangerò il fatto di non aver colto l’occasione, un giorno?
    Tra dieci, venti o trent’anni si rimpiangerà di non aver colto quell’occasione? Forse è la domanda più azzeccata che ci si debba porre, prima di prendere un rischio. Pensare soltanto a ciò che può andar storto non è un comportamento razionale; che si considerino anche i rischi dell’inazione. Forse il peggio che può capitare, è non cogliere l’occasione.
    E quando si perde un’occasione, si sabota un potenziale successo.
  3. Sono consapevole del fatto che potrebbe anche andare tutto storto?
    Un’altra domanda importante da porsi è proprio questa. È essenziale considerare anche l’opzione che tutto possa andar storto nel lancio del prodotto, nell’acquisire una nuova compagnia, etc.
    Molti imprenditori hanno incredibilmente fallito prima di avere successi enormi: ad esempio, Steve Jobs venne addirittura licenziato da Apple, prima di prenderne il controllo e guidarla al successo planetario; Peter Thiel, fondatore di PayPal e investitore di Facebook, una volta perse 7 miliardi. Secondo alcune ricerche, si tende a sopravvalutare la possibilità che qualcosa di brutto possa accadere, limitando l’abilità di prendere razionalmente delle decisioni, in questo caso in termini di rischio.
    Un fallimento non è poi la fine del mondo se si può imparare da esso e se si riesce ad Inoltre, dopo un fallimento, è più facile che il tentativo seguente abbia successo.
  4. I miei soci sono entusiasti di rischiare?
    Un rischio aziendale coinvolge inevitabilmente cofondatori, investitori e altre figure interne: in molti casi, il capo o fondatore di un’azienda potrebbe essere l’unico ad essere entusiasta di cogliere un’occasione, ma è necessario che anche i partner di lavoro lo siano, per una maggior consapevolezza del rischio e delle conseguenze che questo potrebbe portare.
  5. Il successo potenziale è più importante del mantenimento della condizione attuale?
    Ma soprattutto: assicurarsi di vivere bene la scelta che si fa. Che si rischi soltanto se si crede che un potenziale successo sarebbe superiore alla situazione corrente; altrimenti, se non si è sicuri, che lo si consideri un esperimento.
  6. Posso capire quando il rischio preso si trasforma lentamente in fallimento?
    Molti imprenditori si rifiutano di considerare, tra le opzioni, il fallimento. Non esistono piani B, alternative o piani di uscita. Sebbene la determinazione sia da apprezzare, è immaturo e incosciente non considerare le conseguenze delle decisioni. E anche poco professionale.
    Continuare ad investire in qualcosa che sembra non dare i propri frutti, è davvero un’idea saggia? Ma soprattutto, è davvero un fallimento? Considerando il risparmio di investimenti in qualcosa che sembrava non funzionare, forse non lo è.
    Focalizzarsi sul successo è okay, ma nel caso.. Che si consideri anche un piano B.

pensare

Dunque, il punto di tutto ciò non è scoraggiare sul prendere rischi di fronte ad alcune invitanti occasioni: l’importante è non pensarci troppo su, altrimenti verranno continuamente in mente delle motivazioni per non prendersi un rischio, e la decisione non sarebbe del tutto razionale. L’importante è essere consapevoli.
In ogni caso, il provarci paga sempre: sia in termini di fallimento (insegnando quindi ad affrontare le difficoltà), sia in termini di successo.
Forse è ora di smettere di pensarci troppo.
Forse è ora di iniziare a cogliere le occasioni.