Chi è colpevole di trascurare la propria presenza online e il proprio sito web?

Secondo uno studio diretto dalla Stanford University, il 75% degli utenti ammette giudicare la credibilità di una compagnia basandosi sul design del relativo sito web. Ma soprattutto è evidente che i brand che non hanno molto (o non hanno del tutto) social media marketing sono proprio quelli che soffrono le conversioni online.
Si ha un sito lento? Magari che non è neanche mobile-friendly? A rischio? Bisogna fare attenzione a queste follie digitali, poiché potrebbero condurre a delle cattive esperienze degli utenti e quindi alla distruzione della credibilità di una compagnia, più velocemente di quanto si pensi e soprattutto, prima di poter rimediare.

1) Presenza mancante di Social Media
Se si pensa che, in fin dei conti, il non avere una forte presenza social sul web non influisca negativamente sulla propria compagnia ci si sbaglia alla grande. Sebbene il misurare il ritorno sugli investimenti possa essere ambiguo per il marketing dei social e per la promozione del brand, c’è una forte correlazione tra i segnali social e le conversioni.

I consumatori cercano sempre di più le opinioni e le recensioni sui social network, come garanzia di ciò che andranno a provare o ad acquistare, e si affidano anche a siti come Google Review o Yelp. Se gli acquirenti vanno sulle pagine social come Facebook, Twitter, LinkedIn o WordPress per sapere di più riguardo un brand prima di effettuare un acquisto e trova informazioni insufficienti, le chances che questo acquisto avvenga crollano drasticamente.

2) Siti web con scarso design
Un sito che cinque anni fa aveva un ottimo design, ora è considerato obsoleto. A volte gli utenti sono disposti a spulciare all’interno di un sito, se ha le informazioni necessarie, ma se l’esperienza dell’utente è più frustante che altro, il tasso di rimbalzo si alza e Google penalizzerà il sito riducendo lo stato index.

La probabilità di convertire un potenziale visitatore in un acquirente è pesantemente influenzata dall’esperienza che ha l’utente sulla pagina web della compagnia. In particolare, gli utenti apprezzano la navigazione semplice, il design pulito, la velocità di risposta da parte del server e i modi semplici per contattare l’azienda (e-mail, numero di telefono e indirizzo fisico). Buoni fattori sono anche l’utilizzo appropriato delle parole chiave, una buona mappa del sito e la grammatica corretta.

3) Siti lenti

vettore

 

Se una pagina web carica molto lentamente, questa diventerà irrilevante. Google offre degli strumenti per velocità dei siti web, ma anche consigli su come incrementare la sveltezza, poiché le pagine ottimizzate e rapide portano ad un rapporto migliore con i visitatori, al mantenimento di essi e a un’eventuale conversione. L’attesa del caricamento di una pagina è snervante, ed è chiaro di come possa influire sull’esperienza di un utente, che sicuramente chiuderà la pagina rivolgendosi ad un concorrente.

4) Design non-responsive
Quanti hanno un sito web con un design apposito per i dispositivi mobili? Si stima che dallo scorso anno, i siti che stanno adattando il proprio design a smartphone, tablet, palmari siano sempre di più, forse anche dato l’aggiornamento di novembre di Google, che ha iniziato a premiare sempre di più i siti mobile-friendly. Non aggiornare il proprio spazio web significa anche aspettarsi un crollo netto nel traffico in entrata, dato che se gli utenti vedranno che il sito non è disponibile per i loro dispositivi mobili, non esiteranno a uscire dalla pagina.

5) Siti web a rischio

sito sicuro

Gli utenti sono stati a lungo diffidenti verso i siti web non sicuri, ma ora Google ha provveduto a segnalare quei siti che non hanno una trasmissione sicura di dati, indipendentemente da quale si tratti. Che sia Wikipedia o un sito-portfolio aziendale, deve essere sicuro. Gli utenti hanno la possibilità di verificare la sicurezza di un sito semplicemente assicurandosi che ci sia una ‘s’ che segue ‘http’, nella barra dell’URL o dando un’occhiata all’icona sempre nella barra della ricerca. Tutto ciò non dovrebbe sorprendere, dati i recenti attacchi hacker.
Dall’inizio dell’anno il browser di Google, Chrome, ha una funzione che avvisa gli utenti riguardo i siti web che non hanno una protezione per i dati, così da proteggere chi utilizza questo browser da eventuali ladri di identità.

 

Rendere questi punti una priorità, migliorerà l’integrità tecnica di un sito web con Google e aumenterà l’esperienza degli utenti, favorendo così il traffico in entrata. Affrontare questi aspetti non richiederà sforzi estremi, ma soltanto tempo. La reputazione è un investimento importante per il successo di una compagnia, e prendere in considerazione questi cinque punti aiuterà senz’altro ad accrescere la ricchezza di un brand e preservare la sua credibilità.