Quanto è importante la struttura dei testi nel copywriting?

I testi che vengono scritti per essere inseriti nelle pagine web dovrebbero avere una struttura ben definita, poiché è un fattore molto importante per la SEO: se il contenuto è impostato in modo chiaro, le possibilità di raggiungere posizioni alte nelle ricerche di Google saranno maggiori. In questo post cercheremo di spiegare quali sono i motivi per cui è così importante avere un testo ben organizzato.

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Come leggono i post gli utenti?

Prima di decidere se leggere o meno un post, le persone tendono a “scannerizzare” il testo. Vogliono sapere di cosa parla ancor prima di iniziare a leggerlo per intero.
Molte persone danno un’occhiata veloce a determinate parti di testo, che individuano e leggono quando scannerizzano un testo. Sia i titoli principali che i titoli dei paragrafi sono molto importanti, proprio come il primissimo paragrafo di un testo, ma anche come la prima frase di ogni paragrafo – perché è quella che attira l’attenzione dell’utente.

Come “scannerizza” un testo Google?

Così come le persone scannerizzano i testi in un certo modo, così lo fa anche Google. Ecco a voi tre esempi di come Google tiene conto della struttura dei testi per i posizionamenti nei motori di ricerca:

  1. Google ha descritto, in alcuni dei suoi brevetti, segnali di posizionamento come la vicinanza semantica. Questo fattore si riferisce alla vicinanza delle parole simili in un testo mentre si tiene a mente la formattazione di un testo. Perché si capisca la prossimità semantica delle parole, la struttura del testo deve essere chiara.
  2. In un altro brevetto, chiamato “modello del reasonable surfer”, Google parla esplicitamente dei titoli: il titolo ideale deve contenere un certo tipo di parole chiave, che sono anche le parole più importanti per capire l’argomento trattato nel post.
  3. Con l’aggiornamento Google Hummingbird, Google è migliorato molto nel riconoscere i sinonimi.

Ci sono altri brevetti che accennano allo strutturare bene un testo per capirlo meglio. Google, nel frattempo, è migliorato molto anche nell’analizzare i contenuti: meglio si scrive, più facile diventa per Google capire ciò di cui tratta il testo e di conseguenza classificarlo.

Cercare di strutturare bene gli articoli ha un effetto positivo anche per un altro motivo, oltre a quello dei posizionamenti: i testi con una struttura ben definita hanno un tasso di rimbalzo inferiore e maggiori chances di ricevere l’attenzione dei social media. E questa situazione, di per sé, porta a un miglior posizionamento.

Come migliorare la struttura dei testi

Se si vuole migliorare la struttura del testo bisogna far attenzione a tre elementi fondamentali: il primo paragrafo del testo, i titoli e la prima frase di ogni paragrafo. Analizziamoli nel dettaglio.

Il primo paragrafo

Il concetto fondamentale del post deve essere riassunto nel primo paragrafo del testo. Nei testi scritti solitamente lo scrittore inizia il suo testo con un’introduzione. Nel web questo non funziona, gli utenti non hanno tempo di leggere qualcosa di superfluo che dilunga il discorso. Siccome l’attenzione degli utenti resiste pochi secondi, è importante che già nel primo paragrafo emerga il messaggio principale del contenuto.
In questo modo si renderà più semplice capire di cosa tratta il vostro testo, ma soprattutto fate capire a Google qual è il messaggio del vostro scritto.
Infine, non dimenticatevi di inserire delle parole chiave nel primo paragrafo!

I titoli

I titoli devono essere attraenti e devono chiaramente riassumere il contenuto del paragrafo a cui appartengono. Sono fondamentali: permettono ai lettori di capire con un’occhiata cosa andranno a leggere, “scannerizzando” velocemente il testo e decidendo se ne vale o meno la pena, o decidendo quale parte leggere.  Uno dei consigli più preziosi è quello di mettere un titolo ad ogni lungo paragrafo (o ad un gruppo d paragrafi che hanno più o meno lo stesso tema) in modo da far capire – anche in questo caso – soprattutto a Google di cosa tratta il seguito.

Frasi importanti

È importante assicurarsi che la prima frase di un paragrafo sia la più importante, che sia il nocciolo del discorso di quella parte di testo. Dopotutto le persone tendono a leggere la prima frase di ogni nuovo paragrafo durante la “scannerizzazione”. Il resto del discorso ha la funzione di argomentare la prima dichiarazione.
In questo modo è più semplice che Google dia più attenzione a quelle frasi per determinare l’argomento del testo. Inoltre, l’ideale è inserire delle parole chiave proprio in queste frasi, quando possibile.

Conclusione

La struttura di un testo è quindi importante sia per attirare i lettori nel proprio blog, ma anche per questioni di SEO. Cercare di produrre un contenuto ben scritto e coeso non è semplice, ma questi consigli vi aiuteranno a dare il giusto imprinting al vostro testo!

Come ottimizzare i post su Facebook

Piattaforme social come Facebook permettono di raggiungere persone che possono essere interessate in ciò che pubblicate. Si raggiungeranno persone che metteranno “mi piace” alla vostra pagina ma anche gli amici di coloro che decidono di seguire la vostra pagina Facebook. In ogni caso, ci saranno post che riceveranno più attenzione di altri. Per quale motivo, quindi, alcuni post ottengono like, condivisioni e commenti mentre altri vengono largamente ignorati dal pubblico? In questo articolo spiegheremo come aumentare le probabilità di avere un post di successo.

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Le pratiche migliori

Secondo un’analisi condotta da Neil Patel che ha preso in considerazione un miliardo di post e i suoi consigli sono molto utili per iniziare a ottimizzare una pagina Facebook. Sebbene dai suoi consigli si possa imparare molto, è bene ricordare che, comunque, ogni pagina Facebook ha il proprio pubblico.
Innanzitutto è necessario cercare di analizzare le proprie possibilità e il coinvolgimento della propria pagina. Che tipo di post ama il vostro pubblico? Quali hanno avuto il maggior successo? E quali sono stati più notati? Cosa sembra funzionare di più, sulla pagina? E cosa si intuisce da ciò?

Per predire quali post aumenteranno le interazioni occorre iniziare ad analizzare le statistiche sulla propria pagina Facebook, prendendo l’abitudine di farlo regolarmente. Guardate a quante persone è stato consegnato il vostro post, e il numero di like, condivisioni, commenti. Se lo farete regolarmente, inizierete a notare quali fattori sono determinanti per raggiungere delle interazioni.

I fattori da prendere in considerazione

Il successo di un post dipende da moltissime cose: la lunghezza del post, l’argomento trattato, il giorno della settimana. Ma può anche essere causato da eventi mondiali, dal meteo o dalla casualità. Ovviamente non si sarà mai in grado di controllare tutto o predire il successo. In ogni caso, analizzando gli aspetti del post precedente, si dovrebbe avere l’opportunità di identificare dei clue che funzionano per il proprio pubblico (o che, al contrario, non funzionano).

Ora e giorno di pubblicazione

L’orario in cui vengono pubblicati i post è sicuramente un fattore importante. Per alcune fasce orarie (come ad esempio la notte) vi sarà meno competitività, mentre per altre sarà più difficile emergere, ma è anche vero che il pubblico sarà anche più disponibile. In fin dei conti è tutta una questione di testare quale giorno e quale ora dà più frutti, parlando di interazione, e sicuramente non c’è un orario di base.
Tutto deriva dal tipo di pubblico che si ha.

Argomento del post

Ci sono argomenti che più di altri attirano l’attenzione. Ammettiamo che il vostro caso sia quello di una pagina piuttosto monotematica, è più facile che gli utenti scrollino oltre i vostri contenuti. Cercate di scrivere post che trattino di argomenti anche piuttosto diversi uno dall’altro, ma che abbiano la stessa dinamicità dei post che hanno ricevuto più interazioni. Ovviamente andare fuori tema non è quello che si intende per “spaziare” tra gli argomenti, ma un certo dinamismo è sempre ben considerato tra gli utenti.

Scopo del contenuto

Analizzare nello specifico i propri post è un’attività fondamentale per capire come arrivare a più persone. Cercate di capire se scrivete per informare il vostro pubblico o per intrattenerlo, per cercare di vendere qualcosa o meno. Solitamente i post in cui si cerca di spingere un prodotto verso il pubblico sono quelli che ottengono meno interazioni, mentre quelli esplicativi vengono letti con maggior interesse. Anche il linguaggio è fondamentale: in base al vostro pubblico, cercate di identificare un vostro linguaggio per cui i vostri followers vi identificheranno e apprezzeranno.

Illustrazioni o video?

Assicuratevi di studiare anche la differenza che hanno i vostri post se integrati da foto o video. Se i post integrati da media hanno  più visualizzazioni, significa che questi attraggono maggiormente gli utenti e quindi, sempre analizzando i post uno per uno e cercando di capire cosa ha più successo, occorre dare agli utenti ciò che vogliono (e ciò che porta interazioni).

Conclusione

In conclusione possiamo dire che, per sapere se il vostro prossimo post avrà successo o meno è necessario basarsi sulle statistiche della propria pagina: osservarle, studiarle, trarne delle lezioni vi aiuterà a trovare il modo migliore per gestire i contenuti all’interno della vostra pagina, facendovi capire cosa è meglio per avere delle interazioni con il vostro pubblico.

I fattori illusori della SEO

La SEO è definita come una delle strategie online migliori sia per quanto riguarda i costi, sia per quanto riguarda i benefici. Più sforzi e tempo si dedicano a questa strategia, maggiori saranno la visibilità, il traffico in entrata e la rendita del sito web.
Se i tassi di conversione sono in ordine significa che le entrate sono maggiori delle somme di denaro con cui si sta investendo.

Putroppo, nel mondo della SEO c’è un grande problema: anche se sono oggettive e comprovabili, alcuni fattori possono mostrare soltanto una parte della visione totale delle situazioni. 
Infatti, molti fattori possono davvero illudere, dando un’immagine un po’ distorta e inaccurata del successo (o fallimento) della campagna.
Vediamole nello specifico.

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  1. Il traffico organico non mostra il comportamento reale degli utenti.  Il traffico organico è uno dei modi migliori per calcolare i risultati della SEO, dato che mostra quante persone hanno trovato un sito tramite la ricerca organica. Se questo numero cresce nel tempo, significa che sempre più persone trovano il sito in questione nei risultati dei ricerca (indice di una campagna di successo). Ma c’è qualcosa che il traffico organico non mostra, ovvero il comportamento degli utenti. Magari dalle analisi si nota un aumento di 1500 utenti in più sul sito, ma se questi “rimbalzano” (ovvero lasciano quasi subito la pagina), ciò non equivale categoricamente ad un miglioramento. In fin dei conti l’obiettivo non è semplicemente avere più traffico, ma un volume maggiore di traffico coinvolto a tutti gli effetti.
    Per controllare il comportamento degli utenti, si può utilizzare Behavior Flow in Google Analytics o software come CrazyEgg.
  2. I like e I followers non sono tutto. Così come il traffico non comunica nulla a proposito del comportamento degli utenti, anche i like e i followers possono essere ingannevoli, a volte. Sebbene si abbiano 10.000 followers su un social network, ciò non significa per forza che tutti i 10.000 siano davvero interessati a ciò che si ha da dire. Anziché dar peso soltanto al numero di followers o di like, occorre osservare le interazioni vere: commenti, condivisioni e visite social.
  3. I link e le condivisioni offrono solo una prospettiva di qualità. Per quanto riguarda I link e le condivisioni c’è da dire che sono sicuramente segnali positivi, ma possono ingannare nel momento in cui li si guarda dalla prospettiva errata. O meglio, è facile cadere nella trappola del “più ce ne sono, meglio è”; dopotutto sono segnali forti e determinano una sorta di interesse negli utenti. Ma ciò che si deve considerare è la qualità di questi fattori: un’interazione di un sito di spam non ha la stessa valenza di un’interazione da parte di un’azienda rinomata nel proprio settore. Per verificare l’effettiva buona riuscita delle proprie campagne bisogna verificare effettivamente chi interagisce con la propria azienda.
  4. Ci sono benefici che non si possono misurare. Se tutte queste notizie negative vi sconvolgono in qualche modo, sappiate che ce n’è una su tutte positiva: ci sono fattori, nella SEO, che non sono decifrabili in nessun modo. Come si può misurare la consapevolezza del marchio che si acquisisce essendo visibili ad un utente che non clicca immediatamente sul proprio dominio? Come si misura la reputazione che si guadagna dall’essere l’autore di una ricca risposta su Google? Come valutare il momento in cui un visitatore riferisce ad un amico, nella vita reale, l’esperienza positiva che ha avuto con il vostro brand? Tutto ciò è estremamente complicato, perciò tenete conto anche di questi fattori quando definite il valore di ritorno della vostra strategia SEO.
  1. Il budget che ci si è prefissati è probabilmente sbagliato.  L’ultimo fattore a cui si deve dare conto è il budget che ci si è prefissati. Nel momento in cui si calcola il ritorno sugli investimenti, c’è bisogno di una solida base di liquidità. Si è tenuto conto delle sottoscrizioni ai servizi scelti, delle agenzie o dei freelance assunti, ma non sono gli unici a dover rientrare nel conto. Ad esempio, andrebbero contati anche i salari di tutti coloro che lavorano alle varie componenti della strategia SEO, le ore spese a cercare di risolvere qualche imprevisto, le ore spese in riunione per definire le varie mosse, per confrontarsi.

Se si sta conducendo una campagna SEO,i fattori di valutazione sono i vostri migliori amici. Avrete modo di poter accedere ad alcune statistiche che vi permetteranno di capire cosa non va nella vostra strategia, e di modificarla di tanto in tanto, assicurandosi che tutto fili per il meglio. Purtroppo soltanto pochi fattori danno un’immagine completa del risultato della vostra campagna, ma dopo questo articolo sapete come valutare in modo corretto tutti i fattori a e a cosa far più attenzione prima di trarre una conclusione errata. Insomma, non siate ossessionati dai numeri, ma con la qualità.

Come aumentare i followers su Instagram

Instagram è un social ancora in crescita nel mondo delle piattaforme: è relativamente giovane, cresce in modo molto rapido e soddisfa molti tipi di target. Insomma, Instagram è il posto giusto i cui creare una campagna social.
Ovviamente non si può iniziare a postare immagini e sperare di cogliere qualche benefit, serve un numero alto di followers perché si ottengano dei risultati dall’investimento. Allora, come si può cominciare tutto ciò?

Prerequisiti

Per aumentare i propri followers, innanzitutto occorre avere delle regole di base: senza questi prerequisiti sarebbe quasi impossibile costruire una campagna dedita ad aumentare i  following, anche con i metodi descritti qui sotto. Quindi assicuratevi di svolgere queste dritte prima di cominciare a guadagnare followers.

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  • Trovare una nicchia.Se si vuole ottenere una mole importante di followers, bisogna offrire qualcosa che nessun’altro offre. Questo vuol dire crearsi una nicchia: è necessario quindi pensare a che tipo di immagini si vuole condividere, che si vuol vedere ma che – al tempo stesso – non si vedono facilmente. L’originalità paga sempre.
  • Postare attivamente.Inutile dire che gli account non molto attivi vengono facilmente abbandonati dai propri followers: per questo motive è importante cercare di postare materiale nuovo quasi giornalmente.
  • Quando qualcuno mette un like ad una vostra foto, ricambiate. E se qualcuno inizia a seguirvi, considerate di fare lo stesso. Questa reciprocità funziona sui social, ed è in grado di stabilire delle ottime relazioni online.
  • Quando qualcuno si approccia al vostro brand, comunicate. Cercate nuovi utenti, commentate le loro immagini e iniziate una conversazione con loro: per aver successo su un social, occorre essere social. Questa è la legge principale.
  • Usare gli hashtag.Gli hashtag esistono per aiutare gli utenti a trovare i contenuti che desiderano, per questo va fatto un uso costante e mirato di queste parole che tanto aiutano i contenuti ad essere apprezzati.
  • Connettere i social network. Utilizzate i vostri social per supportarli l’un l’altro: condividete i vostri post anche su Facebook, Twitter e cercate di collegare il vostro account Instagram ai vostri diversi social.

Bene, con questi prerequisiti si può passare a considerare le tre strategie principali per aumentare i followers di Instagram a dismisura.

Primo metodo: la qualità

Il primo metodo si focalizza principalmente sulla qualità più che su qualche azione in particolare. Semplicemente consiste nel creare il contenuto migliore che si possa concepire. Certamente si avrà bisogno di contenuto di alta qualità indipendentemente dall’approccio che si usa, ma se l’approccio è il migliore, sicuramente darà l’impulso necessario ai followers per seguirvi.

Il vantaggio di tutto ciò è puramente organico: i followers si fideranno del vostro brand perché trovano ciò che cercano, e quello che viene loro offerto è di alta qualità. Ci sono però due lati negativi: il primo è che richiede molte energie, e il secondo è che richiederà molto tempo prima di ottenere un numero elevato di followers. Sicuramente è un metodo che darà i suoi frutti nel tempo e soprattutto creerà un seguito molto solido, ma non è tra i metodi più rapidi.

Secondo metodo: coinvolgere i personaggi rilevanti

Il secondo metodo è un po’ più pratico e riguarda il relazionarsi con persone che hanno già un largo seguito su Instagram, ovvero chi influenza la nicchia di riferimento. La tecnica consiste nel mettere dei like o condividere i loro contenuti, o eventualmente costruire una “relazione” con loro. Magari vi noteranno, apprezzeranno il loro lavoro e il loro pubblico potrebbe essere interessato anche ai vostri contenuti di conseguenza. Se questo metodo si rivelerà di successo, riuscirà a connettervi a migliaia di persone in pochissimo tempo.

Il vantaggio qui è la velocità: la connessione ad un buon influenzatore può far guadagnare dalle dozzine di followers alle migliaia di utenti. E soprattutto vi farà sembrare molto partecipativi nella community, che è una qualità molto importante. C’è da specificare, però, che ci sono molti utenti con un grosso seguito che non sono interessati a sponsorizzare, quindi la vera missione è trovare chi è disposto a farlo.

Terzo metodo: incentivare

Il terzo metodo consiste invece nell’incentivo: si seguono più persone possibili nella speranza che ricambino. In questo caso possono essere utilizzati i contest, le promozioni e i give-away per incoraggiare gli utenti a seguire il brand. Per fortuna spesso capita che essi condividano le loro esperienze con la loro cerchia di amici, e prima ancora che si sappia, i followers incrementeranno, specialmente se questi contest vengono organizzati regolarmente.

Il vantaggio principale in questo caso è l’affidabilità: se si fa una buona offerta, il passaparola virale è praticamente garantito. L’unico lato negativo è probabilmente si spenderanno dei soldi per organizzare il contest e per farlo funzionare, e spesso ci si può imbattere in followers il cui unico interesse è quello di ottenere qualcosa gratuitamente, senza che si soffermi sul brand che c’è dietro il contest.

Ovviamente questi non sono gli unici metodi per costruirsi un seguito importante su Instagram e soprattutto non danno la garanzia al 100%, infatti andrebbero usati in combinazione tra di loro e con la propria strategia social. Qualsiasi cosa si faccia, l’importante è comunque postare contenuti inerenti al brand e mantenere una qualità alta, rispettando gli standard della community.
Ma soprattutto, essere “social” è fondamentale per avere un buon seguito e riuscire a comprendere gli interessi dei propri followers è qualcosa che darà sempre ottimi risultati.

SEO per principianti

Se stai iniziando in questo momento è facile che la SEO ti sembri un mondo difficile e complicato. Gli esperti di Google, Bing e gli specialisti SEO hanno pubblicato migliaia di articoli su come vengono classificati i siti web e cosa si può fare per raggiungere i posti più alti delle classifiche dei motori di ricerca. Ogni mossa richiede delle competenze tecniche diverse e, soprattutto, Google tende a cambiare le carte in tavola ogni tot mesi con nuovi aggiornamenti.
Senza addentrarsi troppo in elementi che riguardano la SEO, questo articolo vuole chiarire la natura, lo scopo e le qualità delle strategie.
Molte new entry tendono a porre lo stesso tipo di domande, quindi ecco l’opportunità di fare un po’ di chiarezza con alcune risposte cercando di creare una piccola guida SEO per principianti:
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1. Quanto può costare?
 
Questo dipende dall’approccio che si ha. Se si ha appena cominciato e si è alle basi, si potrebbe anche essere in grado di fare la maggior parte delle cose senza rivolgersi ad un’agenzia competente spendendo 10-20 ore alla settimana (dipende dal tipo di nicchia e dagli obiettivi). In ogni caso, una campagna portata avanti in modo positivo e curata nei minimi dettagli dovrebbe avere un ritorno maggiore rispetto all’investimento: il costo, poi, dipende appunto dal punto di partenza e dal punto di arrivo che ci si prefigge.
 
2. Quanto tempo impiegherà?
 
Ancora una volta, questo varia ampiamente in base al proprio approccio verso la cosa. Se si sta solo scrivendo contenuto una volta alla settimana e si sta investendo il minimo sindacabile, ci potranno volere molti mesi prima di vedere qualche progresso. Più post a settimana, link building regolare e promozione dei contenuti possono aiutare a vedere i risultati in qualche settimana. Più a lungo si procederà con una campagna, migliori saranno i risultati.
 
3. Serve esperienza nella programmazione?
 
Sì e no. Non serve un background riguardante la programmazione per addentrarsi nel mondo della SEO, ma ci sono alcune caratteristiche tecniche (come i file robot.txt e le meta descrizioni) che richiedono un po’ di conoscenza di backend. Per fortuna la maggior parte delle persone può aiutarsi con delle basi o istruzioni passo per passo disponibili anche sul web.
 
4. Come si classifica se Google non pubblica l’algoritmo?
 
Per farla breve: sperimentando. La comunità SEO è ottima a condividere i risultati dei test e gli aneddoti delle fluttuazioni delle classificazioni. Tutti insieme si possono trarre delle conclusioni su quali fattori determinano le classifiche.
 
5. Come scelgo le parole chiave per targettizzare?
 
Di questi tempi l’algoritmo di ricerca di basa più sulla ricerca semantica (ovvero sul capire e soddisfare l’intento dell’utente). Le parole chiave che definiscano gli argomenti trattati possono essere scelte osservando cosa scrivono i clienti per ricercare un determinato prodotto, consultando le domande dei clienti in merito, i trending topic e ogni zona non coperta dai propri concorrenti.
 
6. Come so se sto esagerando con le parole chiave?
 
Quello che viene chiamato “keyword stuffing” in inglese non è altro che un’esagerazione di parole chiave presenti su una pagina o su un sito, oppure l’inserire parole chiave non molto attinenti al contesto. Quando si sta “sforzando” una parola chiave per un contenuto, è lì che si comprende l’esagerazione. Se si legge la frase e questa suona bizzarra, è lì che ci si deve fermare. È semplicemente un metodo che non paga, perché negativo sia per la SEO che per l’utente che legge.
 
7. Quali fattori potrebbero farmi penalizzare da Google?
 
Spesso il concetto di “blacklist” di Google viene incompreso. Gli spostamenti delle classifiche sono normali, e ciò non significa che si sia stati penalizzati da Google. Ciò che può davvero danneggiare sono gli spam, le pratiche illegali e qualche tecnica che sicuramente non si considererà come prima idea. In ogni caso, sono molti gli articoli che consigliano cosa evitare per non essere penalizzati da Google!
 
8. Il link building è pericoloso?
 
No, se viene fatto in modo corretto. Se si postano link ovunque, sì, il link building può portare a delle penalizzazioni poiché viene visto come spam. Se invece si scelgono sempre delle buone fonti per rimediare i link, si utilizza correttamente e si considerano delle diverse strategie, non creerà danni.
 
9. Cosa si intente per “SEO locale”?
 
Con questo termine viene indicato il processo di classificazione per le ricerche svolte in determinate aree geografiche, separatamente dai risultati di ricerca a livello nazionale. In questo contesto vengono comunque utilizzate la maggior parte delle tecniche valide anche per la SEO a livello nazionale, come il creare l’autorevolezza di un dominio, i link inbound, il contenuto online ma con un paio di extra, come ad esempio le recensioni. È un mercato molto meno competitivo ed è importantissimo per i clienti, che prima di affidarsi ad un brand tendono ad accertarsi della sua professionalità tramite il sito e le recensioni.
 
 
Queste sono le domande più generiche che chi inizia ad approcciarsi alla SEO, solitamente, pone. Ovviamente non ci sono guide generiche che aiutino ad avere la supremazia totale del web ma scavando nei meandri del web, cercando e imparando piano piano non si avranno certo problemi ad approcciarsi a questo fantastico mondo dell’ottimizzazione web. Crescendo e informandosi sempre di più si avranno le competenze per gestire anche una campagna di grande importanza e che richiederà molto impegno e dedizione senza alcun timore.