Aggiornamento di Google in arrivo?

Tutti i segnali sembrano riferirsi ad un importante aggiornamento di Google, nelle ultime settimane. Ecco cosa sta accadendo.

Nella scorsa settimana è sembrato che Google abbia fatto qualcosa in più delle solite modifiche giornaliere per quanto riguarda le classifiche. I webmaster, gli Seo Specialist e persino gli strumenti automatici di classifica hanno notato alcuni segnali di cambiamento all’interno di Google, uno dei quali sarebbe simile ai cambiamenti di quando Google tende a  rilasciare un aggiornamento  di un algoritmo delle classificazioni.

Ormai si è a conoscenza che Google Panda 4.2 è un aggiornamento lento ed è possibile che, quindi, ciò che i webmaster stiano vedendo ora possa esser relativo a questo lento processo. In queste settimane ci sono stati due eventi importanti:

  1. Alcuni cambiamenti dal 14 ottobre al 15 ottobre, probabilmente relativi a Panda
  2. Alcuni cambiamenti tra il 20 ottobre e il 21 ottobre, potenzialmente non relativi a Panda. Si sospetta sia un mix tra Panda e alcuni nuovi accorgimenti effettuati da Google.

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È stato chiesto a Google se sono stati fatti cambiamenti o aggiornamenti agli algoritmi, ma ad ora non si hanno ancora risposte certe.

Adobe e Dropbox si uniscono per l’ottimizzazione del lavoro con i PDF

Per aiutare gli utenti ad avere una maggior flessibilità con i propri documenti, Adobe e Dropbox hanno annunciato una partnership per migliorare le prestazioni di sharing di file PDF. Le compagnie potranno integrerare le loro applicazioni e servizi sui dispositivi mobili, desktop e web per un accesso ai file PDF più rapido e senza interruzioni, rendendo gli utenti più produttivi con i documenti.

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Gli utenti di tutto il mondo possono ora aggiungere il loro account Dropbox in Acrobat DC o Acrobat Reader sul desktop. Con questa partnership, gli utenti di Adobe Acrobat DC e Adobe Acrobat Reader (utilizzati da più di un miliardo di dispositive mobile e computer in tutto il mondo) possono accedere e svolgere le azioni più comuni su più di 18 miliardi di file PDF immagazzinati in Dropbox direttamente dalle app di Adobe.
Gli utenti di Dropbox possono aprire, modificare e salvare i cambiamenti in documenti PDF nelle app di Adobe direttamente dal sito di Dropbox, dall’applicazione iOS e dall’applicazione di Android.
La nuova integrazione aiuterà gli utenti ad accedere e condividere i file in modo più veloce. Con alcune click nell’app gratuita di Adobe Reader o  in Acrobat DC per PC, gli utenti potranno visualizzare ed effettuare azioni sui file PDF. Ogni modifica verrà automaticamente salvata su Dropbox. Una volta che le operazioni sono complete, si potrà condividere tutto con un link o una cartella condivisa Dropbox.
Infine, sembra che l’integrazione tra Acrobat Reader e Dropbox sarà disponibile anche per Android nei prossimi mesi del 2016.

Adobe Digital Publishing Solution: Adobe permette di creare mobile apps

Gli esperti di marketing e gli inventori sono continuamente spinti a completare progetti in timeline sempre più ridotte. Per questo motivo, Adobe sta cercando di aiutarli portando applicazioni sempre più veloci sul mercato, senza aver bisogno di imparare codici o di sfinire il team di sviluppo.

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Adobe Digital Publishing Solution è stato lanciato a Luglio. Secondo Adobe, la soluzione è quella di permettere ai creatori di ideare app digitali utilizzando strumenti creativi già conosciuti, come InDesign. Pare che Adobe abbia già visto risultati tra tre pubblici maggiori: editori che cercavano un nuovo modo di presentare il contenuto, esperti di content marketing che cercavano di creare l’affinità del brand e condurre prospetti tramite i funnel di vendita, e le aziende che cercavano di raggiungere pubblico interno con informazioni aggiornate della compagnia o con materiale aggiuntivo.
Sembra però che consegnare contenuto mediante un’app porti diversi vantaggi, tra cui il poter pubblicare contenuti con cui gli utenti vogliono davvero entrare in contatto.
Ogni gruppo ovviamente cerca di portare a termine diversi obiettivi. Gli editori vorranno avvicinare i lettori e far crescere la loro fedeltà al brand, gli esperti di content marketing vorranno invece rapportarsi con nuovi utenti ed aiutarli mediante il funnel delle vendite e così via, mentre le aziende vorranno propinare contenuto al proprio pubblico essendo in grado di misurarlo e controllarlo.

Spesso molte applicazioni soffrono di ‘abbandono’, mentre secondo Adobe “i consumatori non abbandonano un’applicazione che soddisfi appieno le loro esigenze”.

Ecco quindi cosa offre Adobe: Adobe Digital Publishing Solution supporta Android, Windows, IoS e la versione desktop con un web viewer, tutto creato da un programma. C’è la possibilità di separare le notifiche a diversi tipi di pubblico, ed il prezzo varia in base all’utilizzo e al pubblico (ad esempio quanti impiegati lo userebbero in un’azienda).
Ad oggi pare che i potenziali clienti possano essere chiunque gestisca servizi finanziari e assicurazioni, beni di consumo, case automobilistiche e vendita al dettaglio.

 

Marketing a misura d’uomo: 3 consigli per migliorare la propria tattica

Ogni marketer ha determinati obiettivi: quante volte è capitato di sentire “ottieni il 30% in più dei click/conversioni” da qualche direttore? E la sfida diventa concreta quando l’ordine deve essere eseguito. Quando si pensa a come ottenere più risultati, spesso si ci dimentica del quadro più ampio, ovvero che c’è una persona reale dietro ogni click, iscrizione, condivisione e conversione. Dietro ogni click e ogni conversione c’è un modello che respira, che vive.

Spesso ci si dimentica delle persone che interagiscono con le pagine, con i prodotti o i brand. Se ci si sente un po’ frustrati vedendo tutti quei numeri nelle analisi, forse è perché ci si sta focalizzando troppo sulla media piuttosto che sulle reali persone che compilano i moduli. In sostanza bisognerebbe tornare un po’ alle origini, creando esperienze di marketing migliori per il consumatore, perché sono essi che definiscono la linea di marketing. Più si conoscono gli utenti e si crea contenuto riservato a loro, più si vedranno le metriche crescere. I click sono le persone.
Per re-immaginare il rapporto con gli utenti e crear loro delle esperienze migliori di marketing, si possono evidenziare tre tattiche: sviluppare una solida strategia del brand, ottimizzare per le ricerche e personalizzare. Ma andiamo un po’ più nel dettaglio.

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Sviluppare una strategia del brand

Un buon marketing è logico, immedesimabile e spinge le persone a prendere decisioni senza pensarci troppo su. Ma come applicare queste tre caratteristiche ad una campagna che si sta portando avanti? Una solida strategia di brand è la soluzione.
Questa dovrebbe interessare tutti gli sforzi dell’azienda e, in particolare, gli sforzi di un brand. È necessario andare oltre i loghi, i colori del brand e le intestazioni e-mail. Bisogna pensare al brand come ad una persona e avere una conversazione con ogni membro dell’organizzazione.
Quando ci crea questo tipo di strategia del proprio business, bisogna pensare a:

  1. Renderlo e mantenerlo il più semplice possibile
  2. Mantenerlo coerente su tutti i canali (online e offline)
  3. Renderlo un documento “umano” che sia davvero l’espressione massima della compagnia, e che rifletta i valori di essa

Con questa nuova strategia del brand, si creerà un marketing più logico e migliore per ogni persona che c’è dietro ogni click.

Ottimizzare per i motori di ricerca per le persone

Nuovi algoritmi vengono costantemente rilasciati da Google e le persone cercano nuovi metodi per acquisire traffic, e queste sono le cose che cambiano e continueranno a cambiare. Ciò che invece non cambierà, è che le persone dietro ogni click contribuiscono concretamente ai risultati della compagnia.
Per questo motivo, quando si comprende chi è effettivamente il proprio pubblico, cosa vuole davvero e quando convertono, si avranno picchi senza interruzioni. E nessun algoritmo di Google può cambiare tutto ciò.

Morale: tutto si basa sul bilanciamento. Nel momento in cui si creano contenuti, pagine web e campagne di marketing, è necessario che questi siano ottimizzati sia per i motori di ricerca, sia per le persone.
Focalizzarsi troppo sull’algoritmo non renderà migliore l’esperienza per gli utenti; focalizzarsi troppo sull’esperienza degli utenti, allo stesso tempo, non gioverà alle classifiche Google e quindi sarà meno probabile essere trovati tra i risultati di ricerca.
Nel momento in cui si troverà il bilanciamento tra questi due elementi, il risultato sarà notevole.

Sezionare e personalizzare i contenuti

Ogni contenuto pubblicato online dovrebbe essere rivolto a qualcuno, qualcuno di specific. Così specifico che quasi ci si dovrebbe immaginare il volto del destinatario. Questo perché se il contenuto è rivolto a tutti, è allo stesso tempo rivolto a nessuno. Inoltre questo contenuto deve essere rilevante, in linea con il tempo e soprattutto personalizzato.

Per quanto riguarda la personalizzazione dei contenuti, seguire questi tre punti sarà d’aiuto:

 

  1. A chi indirizzare: È importante divider il proprio pubblico in gruppi, separandoli per provenienza, demografia e tipo di interazioni con I prodotti, prima di indirizzare il contenuto. Così facendo, si avrà la sicurezza che ciò che si vuole pubblicare sarà appropriato agli utenti.
  2. Cosa mostrare:  Chi troverà interessante il contenuto? Sarà tanto interessante da trarre l’attenzione degli utenti? La cosa più importante è sforzarsi al massimo a cercare il proprio target e fornir loro il meglio del proprio marketing.
  3. Come stabilire le priorità: Come decider quando iniziare? Ci sono tre elementi da prendere in considerazione: l’impatto potenziale, lo sforzo tecnico per eseguire la personalizzazione e i requisiti per sostenere tutto ciò.
Conclusione

Dietro ogni singola azione di marketing che si compie, ci sono delle persone. Non riguarda i numeri, ma le persone che interagiscono con il prodotto e il brand. Per migliorare il proprio marketing e renderlo quindi “a misura d’uomo”, sono necessari sforzi e rischi, ma tutto vira ad una miglior esperienza dell’utente.
La strategia di marketing, dopo questi preziosi consigli, ringrazierà.

Come funziona Google Penguin

Tra le cose peggiori che possono accadere ad un sito web una è l’esser colpiti dall’aggiornamento Penguin di Google, che  mira a rimuovere dai risultati di ricerca quei siti web che hanno cercato di aggirare Google comprando (o “acquisendo artificialmente”) link per il proprio sito. E lo fa applicando un valore negativo ai link specifici. Quindi, se si ha un certo tipo link, la posizione nella classifica crollerà anziché innalzarsi. Unica “nota positiva” è che se un sito è colpito da Google Penguin 9 volte su 10, il proprietario colpito da questo aggiornamento lo vedrebbe dai risultati nelle ricerche. La maggior parte dei siti colpiti da Google Penguin hanno comprato link dai cosiddetti “link networks” o “private blog networks”.

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Liberarsi di Google Penguin

Dopo esser colpiti da Google Penguin, probabilmente si avrà bisogno di aiuto. Sarà necessario identificare quali link negativi ed eliminarli o “rinnegarli” con l’apposito strumento, che permette di caricare un file con URL e domini da cui si sono presi quei link, dicendo: “non voglio che questi link siano importanti”. Il file dovrà avere un formato specifico, come si legge in questo articolo.

Google Penguin e la SEO negativa

L’effetto peggiore di Google Penguin spesso non è discusso da Google, ma è reale. I link che hanno una valenza negativa possono essere utilizzati in modo errato. Si possono comprare link attraverso i propri concorrenti che potrebbero essere colpiti  da Google Penguin. Non capita molto spesso, ma quando capita può essere una vera tragedia per il proprio business.

Conclusione

Non si dovrebbero mai comprare link, poiché il rischio è troppo grande. Google Penguin si è assicurato molto di questo. Ci sono alcuni lati negativi  di Google Penguin di cui molti utenti non hanno bisogno di preoccuparsi, ma nel caso attaccassero, potrebbero essere davvero danneggianti.
L’idea di base dei link è semplice: se si compra un link, va considerato il grande rischio (senza menzionare il fatto che non valga mai la pena di farlo). I link devono essere guadagnati mediante un buon marketing, strumenti utili, buone public relations e così via. Soltanto in questo modo si può scampare all’attacco di Google Penguin.